Come avviene l’estrazione degli acidi nucleici e in quali casi si effettua?

Gli acidi nucleici sono le macromolecole del DNA che contengono, trasportano, decifrano ed esprimono in proteine le informazioni genetiche. Ma come si estraggono? Che cosa si usa?

Come si estrae il DNA dal sangue

Generalmente, per estrarre il DNA si usano come matrici liquidi corporei, feci, cellule provenienti da colture cellulari, campioni tissutali, etc. Il più noto, è sicuramente l’estrazione degli acidi nucleici dal sangue.

Esiste più una metodologia per estrarre il DNA dal sangue, ma la più utilizzata consiste ne:

  • la fase di lisi, ovvero la fase in cui avviene un corretto rilascio del contenuto intracellulare, ed essa può essere meccanica, chimica ed enzimatica;
  • l’estrazione mediante fenolo cloroformio, che si può definire la fase liquida dell’estrazione, in cui le proteine vengono separate dagli acidi nucleici tramite il fenolo, e vi si aggiunge poi anche il cloroformio e l’alcol isoamilico;
  • la fase di eliminazione dell’RNA, ovvero dell’acido ribonucleico;
  • il recupero degli acidi nucleici, attraverso la precipitazione alcolica;
  • la quantificazione e la valutazione del grado di purezza dell’acido nucleico che si estrae, tramite un’esame in cui si usa la luce UV.

Un’operazione del genere si può fare anche con dei kit specifici, e l’obbiettivo di questa estrazione è di ottenere campioni di DNA o RNA privi di molecole contaminati che possono alterare l’esito di alcune analisi.

Chi ha scoperto gli acidi nucleici

C’è da domandarsi chi sia stato il primo ad isolare gli acidi nucleici, e fu il biologo svizzero Johan Friedrich Miescher. Egli nacque a Basilea nel 1844, da una famiglia nota nella comunità scientifica, in quanto suo padre e suo zio furono due professori di anatomia all’Università di Basilea. Anche Miescher studiò medicina e nell’estate del 1865 lavorò pressò il chimico organico Stecker e Gottinga, ma venne colpito da una febbre tifoide che gli danneggiò l’udito e dovette interrompere gli studi per un anno. Si laureò nel 1868.

Vista la sua parziale sordità, decise di intraprende la carriera di chimico fisiologo, e cominciò a studiare i linfociti e i leucociti. Ad interessarlo fu proprio lo studio della chimica del nucleo, e per evidenziare i leucociti presente nel pus adottò un nuovo protocollo, usando una soluzione salina a base di solfato di sodio, e separò i nuclei dai citoplasmi con una soluzione alcalina. In seguito, scoprì che la nucleina conteneva azoto e fosforo.

Si spostò poi a Lipsia, nel laboratorio di Carl Ludwig per un anno, prima di ritornare a Basilea come professore di fisiologia. Durante quell’anno, identificò gli acidi nucleici come sede delle informazioni genetiche nel 1871, diventando noto nella comunità scientifica. Studiò anche la respirazione polmonare e cellulare, che dimostrò essere regolate della concentrazione ematica di biossido di carbonio. Morì nel 1895 di tubercolosi, a Davos, e dopo la sua morte venne dato il nome ad un istituto di ricerca di Basilea che aveva diretto.